La sola menzione di “guardie vaticane” fa emergere immagini di iconiche uniformi gialle, rosse e blu, elmi piumati, picche e spade.

Come hanno fatto uomini così stravaganti, che sembrano più giullari di corte che soldati e che portano armi medievali che sarebbero inutili nella guerra moderna, a fare la guardia al Papa?

E perché il Vaticano ha affidato questo lavoro agli svizzeri?

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La risposta a questa domanda si trova nel Medioevo, quando la Svizzera, o Helvetia come era conosciuta allora, era un paese rurale povero.

Per guadagnare denaro, molti giovani diventavano mercenari impegnati nella lotta armata, combattendo dalla parte di chi li pagava di più.

Altri furono assunti come guardie per i monarchi e la nobiltà europea.

I soldati svizzeri erano molto popolari durante il Rinascimento, poiché la parola della loro disciplina e delle loro abilità militari si diffuse in tutta Europa, che all’epoca era impegnata in molti conflitti sanguinosi.

Lo studioso romano Tacito disse una volta che “gli Elvezi sono un popolo di guerrieri, famosi per il valore dei loro soldati”.

Avendo sentito parlare del famoso valore e delle abilità sul campo di battaglia dei mercenari svizzeri, papa Giulio II ne assunse 150 nel 1506 per difendere lui e i suoi palazzi.

Le guardie dimostrarono il loro coraggio due decenni dopo, quando difesero Papa Clemente VII durante il Sacco di Roma del 6 maggio 1527 – così chiamato perché le truppe spagnole, tedesche e italiane attaccarono letteralmente la città di Roma.

Durante quella battaglia, 147 guardie svizzere furono uccise, ma le restanti 22 riuscirono a scortare il Papa dalla sua residenza a Castel Sant’Angelo.

In un sanguinoso colpo di stato nel 1527, le guardie svizzere difesero il Papa e Casel Sant’Angelo. Foto di Vincenzo PINTO / AFP

In ricordo di questa occasione, le nuove reclute delle guardie prestano giuramento ogni anno il 6 maggio.

Oggi ci sono 130 guardie svizzere in Vaticano, e i loro doveri quotidiani includono compiti come il servizio di scrivania e la direzione del traffico davanti all’ingresso del Vaticano – lo fanno indossando una semplice uniforme blu piuttosto che il loro abito cerimoniale rinascimentale in modo da non distrarre il traffico.

E oggi sono equipaggiati con armi moderne e sono abili nell’usarle – come lo sono molti svizzeri.

In effetti, queste guardie sono davvero soldati e sono davvero svizzeri – il servizio di almeno due anni nell’esercito svizzero è uno dei principali requisiti per il lavoro.

Devono anche essere alti almeno 175 cm, essere cattolici praticanti e presentare un certificato della loro parrocchia che attesti il loro carattere morale e la frequenza regolare alla messa.

Devono essere celibi e avere la cittadinanza svizzera.

Inoltre, è necessaria una lettera dell’autorità locale di ogni candidato che certifichi che è stato un membro integerrimo della comunità.

La maggior parte delle guardie rimane in Vaticano per circa due anni prima di tornare in Svizzera.