Da un piccolo paese della Toscana ai palcoscenici del pianeta. La storia di Andrea Bocelli è la storia di un talento unico. Un genio musicale.

Storia di Bocelli
Ritratto, via AEG Presents

Musica nelle vene

La verità è che Bocelli non poteva essere altro che un cantante. Un cantante d’opera, pieno di talento. Nonostante la sua disabilità, che non lo ha mai fermato.

Era nato nel piccolo paese di La Sterza, non troppo lontano da Pisa. Ma, se sua madre avesse seguito gli ordini del medico, non sarebbe mai nato. Infatti, ai suoi genitori fu consigliato di perseguire un’adozione. I medici sapevano che il bambino di Edi e Alessandro avrebbe avuto una disabilità.

Ma l’amore della famiglia è più forte e Andra nasce il 22 settembre 1958. Tutti sapevano che aveva problemi di vista e, alla fine, la diagnosi fu: glaucoma congenito. A 12 anni, durante un incidente giocando a calcio, perse completamente la vista.

Bocelli, il bambino musicale

Nessuno nella sua famiglia aveva un background musicale o di spettacolo. La sua famiglia aveva una fattoria, dove vendevano macchinari e producevano vino. Tuttavia, era attratto dagli strumenti e la sua passione iniziò a 6 anni, quando imparò a suonare il pianoforte. Più tardi, imparò a suonare il flauto, il sassofono, la tromba, il trombone, la chitarra e la batteria.

Se c’era uno strumento, lui lo suonava. Almeno così sembrava.

La musica era il conforto di Bocelli, il suo spazio sicuro. E la sua voce tenorile è diventata un conforto per molti durante i decenni della sua carriera. Cominciata a soli 14 anni con la vittoria al concorso Margherita d’Oro di Viareggio.

In seguito, ha frequentato la facoltà di legge e i suoi concerti al piano bar gli hanno pagato la retta.

Le parole di sua madre

La madre di Bocelli, Edi, è sempre stata la sua sostenitrice numero uno, credendo nel suo talento.

Durante un’intervista del 2018 al programma televisivo “Domenica In”, ha ricordato la carriera di Bocelli, gli errori e l’ispirazione. Una volta, fu ricoverato in ospedale a Torino e iniziò a mostrare interesse per la musica sinfonica.

“Ha dimenticato tutto delle cure e dell’ospedale”, ha detto lei, “era affascinato dalla musica”.

Bocelli, dai piano bar locali ai palchi internazionali

Bocelli ha seguito il suo ritrovato amore per la sinfonia e per la sua voce da tenore. Il suo primo successo avviene nel 1992, quando registra un nastro demo di “Miserere” per Zucchero Fornaciari. Due anni dopo, partecipa al Festival di Sanremo, raggiungendo il vasto pubblico italiano.

Il tenore italiano ha raggiunto la fama internazionale con la canzone Con te partirò. Grazie al suo duetto con Sarah Brightman nel 1997, la canzone è diventata virale (una versione virale negli anni 90). La conoscerete come “Time to Say Goodbye”.

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Tutti questi anni dopo, anche Bocelli ama ancora questa canzone.

“Canzoni come “Time to Say Goodbye” suscitano in me ancora adesso molta emozione, quando la eseguo in un concerto”, ha detto a The Talks, “è una canzone che è diventata a suo modo un classico, in tutto il mondo, entrando nel cuore della gente.”

Un amore che non muore mai

Dopo il 1997, la carriera di Bocelli è in continua ascesa. Nel 2017, il film La musica del silenzio ha portato la sua vita sul grande schermo. Nel 2021, lui e suo figlio (anche lui cantante) sono andati in Cina per esibirsi al Festival di Primavera.

È davvero un talento globale. Ma torna sempre nella sua amata Milano, quasi la sua città adottiva.

Must watch: cantare per combattere Covid-19

Nella primavera del 2020, l’Italia era l’epicentro della pandemia. Il numero delle vittime aumentava ogni giorno, in una spaventosa ascesa. Per celebrare la Pasqua e portare la pace, Bocelli ha cantato al Duomo di Milano, deserto sia dentro che fuori. L’ultima canzone è stata “Amazing Grace”, un messaggio di speranza.

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Nelle grandi arene sento l’energia della folla, certo, ma in chiesa non ce n’è bisogno. Mentre cantavo in Duomo, sapevo che stavo dando voce alle preghiere di tante persone.

Andrea Bocelli