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Sono in aumento le segnalazioni di decessi sul lavoro, infortuni e malattie professionali a Milano e provincia. Nei primi 8 mesi dell’anno sono state trasmesse all’Inail informazioni su 32.909 infortuni, il 59% in più rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. 31 con esito fatale.
Se guardiamo all’intera Lombardia, il numero delle vittime sul lavoro arriva a 108 e il numero delle denunce di infortuni è di 90mila.
In tutta Italia ci sono evidenze allarmanti, che spingono i sindacati CGIL, Cisl e Uil a organizzare manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su un tema così caldo.
A Milano la sera del 21 ottobre i manifestanti si sono ritrovati in piazza Mercanti e hanno commemorato con una fiaccolata in piazza della Scala tutte le vittime morte sul lavoro nella nostra regione.
Durante le proteste, i sindacati hanno chiesto un impegno più forte e concreto per fermare il massacro delle morti bianche da parte delle forze politiche.
Ci sono tre priorità che le politiche e le organizzazioni dovrebbero mettere in cima alla loro agenda sindacale. Il primo è fornire un’adeguata formazione in materia di salute e sicurezza a tutti i dipendenti, sottolineando che la prevenzione è impossibile senza formazione.
La seconda riguarda la capacità della RLS di svolgere pienamente il proprio ruolo di rappresentante della tutela del lavoro dei lavoratori, delle imprese e delle regioni. La terza, infine, comprende il crescente presidio, oggi — almeno dovuto ai sindacati — e mentre si cerca di spiegare la cronica carenza di personale addetto a tale presidio, la carenza è evidenziata dall’ATS e dagli ispettori del lavoro.
Per CGIL, CISL e UIL l’impegno dei sindacati per il controllo dei luoghi di lavoro incontra quotidianamente gravi ritardi e omissioni. Posto di lavoro, servizi di ispezione e consegna normativa
Il relè della torcia è morto in azioneIl bianco è morto
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