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Da un lato la ricostruzione di uno storico grattacielo milanese. La nuova torre, invece, si preannuncia come il secondo Bosco Verticale. Non a caso porta la firma dell’architetto Stefano Bori. Due nuovi edifici vedranno la luce nei prossimi anni, ma a differenza del progetto originale non sono collegati tra loro.
La storia di Pirellino e del marchio Bori Torre Botanica, che qualche anno fa ricopriva diverse cariche comunali, risale ormai a tre anni fa ed è stata dimenticata da molti. Adesso è tornata nelle cronache, e non è per un altro vetro e acciaio in zona Porta Nueva. Ma soprattutto Ponte Serra era scomparso, bisognava unirli.
Un uomo di Coima Manfredi Catella, che detiene le chiavi dello sviluppo immobiliare dell’intera regione, ha confermato che i lavori per i due grattacieli inizieranno nel 2024, ma il ponte si può dimenticare.
Nel 2021 il progetto ha provocato un feroce conflitto tra la società immobiliare e il comune. Il motivo è la natura dell’incentivo di volume previsto dalla legge regionale. Coima puntava ad avere il 25% di volumi liberi, mentre il comune ne offriva zero. In quel momento il lungo ponte, progettato per accogliere non solo alberi ad alto fusto ma anche diverse funzioni pubbliche, iniziò a tremare. Katella ha spiegato che la situazione ora è cambiata, fino alle ultime ore di conferma.
Restano quindi solo due nuovi grattacieli da proteggere da Melchiorre Gioia. Pirellino vedrà una totale ricostruzione e ampliamento della superficie interna, mentre la Torre Botanica sarà costruita ex novo e promette di diventare un altro simbolo della città. La nuova non incontra la vecchia Milano, perché il ponte non c’è e non ci sarà.
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