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Un’indagine sulle cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera potrebbe rivelarsi fatale per il futuro politico di Abubakar Soumahoro. Ora però l’ex paladino della sinistra può contare sull’appoggio e sulla vicinanza di alcuni compagni. Il prossimo in fila è Mimmo Lucano, uno dei tanti “santi” rossi. L’ex sindaco di Rhys, condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione dal primo tribunale di Locris per una serie di reati nella gestione dei migranti, non ha dubbi sull’onestà del sindacalista e sulla ripresa del suo lavoro : “È andato davanti ai media. Tritacarne”.
Con Lucano Soumahoro
“Mi sono bruciato la mano con l’onestà di Abubakar Sumahoro. Ha tutta la mia solidarietà”, esordisce Lucano ai microfoni dell’Adnkronos. “Espressione di condivisione e amore per chi ha dedicato la propria vita alla liberazione degli sfruttati nei campi, lega le proprie responsabilità al mercato degli sfruttati da ‘corporatori’ e imprenditori che non hanno mai avuto diritti”. Certo, le accuse sono gravi – ha ribadito un testimone che Fratogiani e il suo vice Bonelli non sapevano – ma il politico calabrese è irremovibile: “Questo è l’Abubakar che conosco. Ha viaggiato molto in Italia per avvicinarsi a chi ha ricevuto questi diritti .
“È finito sui media”
Lucano e Soumahoro potrebbero incontrarsi a Rias nei prossimi giorni e il 64enne ha fatto notare che l’amico conosce bene le sensazioni vissute in questi giorni. “È un uomo distrutto”, ha detto. Il mondo ti cade addosso. Ci sono stato.”
Il viaggio di Sumahoro verso il ‘Regno’: ‘Nient’altro che parlarne’
Senza andare oltre le vicende della moglie e della suocera – quest’ultima indagata per appropriazione indebita – Lucano non mette in dubbio i valori di Sumachoro. Ma non è tutto, il dito è puntato contro media e politica: “Sumakhoro è caduto nel tritacarne e ora la politica, dopo averlo usato perché rappresenta tante voci, lo vede come un problema perché si è screditato mediaticamente. . Ricordiamo che Lucano è stato il primo a mostrare solidarietà agli iscritti al sindacato – l’ultimo Ancor prima del video degli incidenti e degli strappi – parlando di legittimazione mediatica legata alla lotta per i diritti delle persone più deboli.
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