La Cina vieterà i sacchetti di plastica nelle principali città entro la fine del 2020 nel tentativo di ridurre il volume dei rifiuti, hanno riferito la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme e il Ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente. Il Paese, uno dei maggiori produttori e consumatori mondiali di plastica, mira a ridurre del 30% l’uso delle posate, così come la produzione e la vendita di utensili monouso in polistirolo espanso e plastica nel settore del take-away.

Il piano, pubblicato domenica, prevede anche il divieto di piatti monouso non biodegradabili nei ristoranti, mentre gli alberghi dovranno limitare l’uso di prodotti in plastica monouso entro il 2022. L’e-commerce non è fuori discussione. Si stima che l’uso di sacchetti e piatti biodegradabili aumenterà del 400% nei prossimi anni.

Le misure del governo cinese riguardano i pacchi di plastica utilizzati dai servizi postali, un’area che si è espansa nell’ultimo decennio all’interno del settore del commercio elettronico, una delle maggiori attività commerciali della Cina. Solo nel 2019, secondo un rapporto governativo, sono stati inviati nel Paese oltre 2,3 miliardi di pacchi, e le autorità sperano di controllare efficacemente l’inquinamento da plastica e di ridurre la quantità di rifiuti nelle discariche di città chiave come Pechino, Shanghai e Jiangsu entro il 2025.

Il paese asiatico ha 1,4 miliardi di abitanti, il che lo rende la nazione più popolosa del mondo, quindi la quantità di rifiuti sta crescendo a passi da gigante.

Nel 2017 la Cina ha generato 210 milioni di tonnellate di rifiuti, secondo i dati della Banca Mondiale, che avvertono che entro il 2030 potrebbe arrivare a 500 milioni di tonnellate all’anno. La Cina non è l’unico paese che cerca di controllare i livelli dei rifiuti di plastica.

A Città del Messico la produzione e la commercializzazione di sacchetti di plastica è vietata dal 1° gennaio di quest’anno. La misura comprende la distribuzione di materie plastiche monouso come borse, posate, tazze e piatti.

Anche l’Unione Europea e il Parlamento Europeo hanno votato per vietare la plastica monouso a partire dal 2021. La Commissione Europea stima che circa il 70% della plastica finisce negli oceani e uccide specie come tartarughe, foche, balene, uccelli marini, pesci e molluschi.