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L’AQUILA – Negli anni e nei mesi della tanto discussa transizione ambientale dell’Italia, il consumo di suolo non rallenta, ma nel 2021 supererà la soglia dei 2 metri quadri e riprenderà a funzionare con maggior vigore. metri al secondo e circa 70 chilometri quadrati di nuovi tetti artificiali in un anno, il tasso più alto degli ultimi 10 anni.

Lo si legge nel Rapporto 2022 sull’uso del suolo redatto dall’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) in collaborazione con gli enti per la protezione dell’ambiente. Regioni e Territori autonomi nel lavoro di vigilanza congiunta.

L’instabilità idrologica, dovuta alla perdita di terreni fertili e alla desertificazione, è causa di alluvioni catastrofiche, come le recenti alluvioni di marzo.Abruzzo, Sulla base di tre record: gli indicatori più alti in termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente sono proprio in Abruzzo +0,78%, seguito da Piemonte (+0,37%) e Campania (+0,34%). .

Ancora, la densità di uso del suolo in Abruzzo è la più alta con 3,88 mq per ettaro e limitata alla crescita annua, essendo l’Abruzzo la regione con i prezzi per abitante più alti con 3,27 mq.

Tuttavia, se guardiamo più da vicino, l’aumento dell’uso del suolo è soprattutto sulla costa, non nell’entroterra, e infatti l’aumento percentuale maggiore a livello italiano si è verificato nelle province nell’ultimo anno. Chieti E Pescara, 1,05%, 0,97% rispettivamente contro la media nazionale dello 0,30%.

Nel 2021 sono stati infatti consumati 171 ettari a Chieti provincia e provincia. Terramo 96,9 ettari, 84,1 ettari in provincia di Pescara, “Totale” 66,3 ettari in provincia di El Aquila.

“Il monitoraggio di quest’anno conferma la criticità dell’uso del suolo nelle aree extraurbane e urbane”, afferma il rapporto, “che mostra un continuo e significativo aumento delle superfici artificiali, aumentando la densità insediativa a scapito dell’agricoltura”. E il sistema delle infrastrutture fisiche è sempre più frammentato e soggetto ad interventi artificiali a causa della criticità delle aree che lo circondano, dell’aumento della pressione dovuto alla maggiore accessibilità e della domanda di spazi sempre più ampi per la logistica.

E i campanelli d’allarme suonano: con un “costo nascosto” dovuto all’aumento dell’impermeabilizzazione e dell’artificializzazione del suolo negli ultimi 15 anni, stimato in 8 miliardi di euro all’anno, ha un impatto significativo sulla rigenerazione del suolo. Il nostro Paese”.

Infatti, la valutazione del degrado del suolo, che è strettamente correlato alla perdita dei servizi ecosistemici forniti da suoli sani, consente di avere un quadro completo dei fenomeni che incidono sulle funzioni del suolo e limitano le possibilità di “combattere la desertificazione”. ‘Restauro’. Terreni e terreni degradati, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, come previsto dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per raggiungere la neutralità del degrado del suolo entro il 2030 e rendere “le città più inclusive, sicure, sostenibili e” un’agenda globale per lo sviluppo sostenibile.

Questa è una recensione completa.

La percentuale più alta di suolo consumato si registra in Lombardia (12,12%), Veneto (11,90%) e Campania (10,49%).

I maggiori incrementi di superficie netta in ettari lo scorso anno sono stati in Lombardia, con 883 ettari, seguita da Veneto (+684 ettari), Emilia Romagna (+658), Piemonte (+630) e Puglia (+630+499). Valle d’Aosta, Liguria, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Basilicata e Calabria sono le regioni con un incremento inferiore ai 100 ettari quest’anno.

Rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente In termini di incremento percentuale, i valori più elevati si registrano nelle regioni Abruzzo (+0,78%), Piemonte (+0,37%), Campania (+0,34%) ed Emilia-Romagna (+0,34%). +0,33). %).

Tra le regioni, la più alta densità di uso del suolo è stata osservata in Abruzzo (3,88 m2/ha), Veneto (3,73 m2/ha), Lombardia (3,70 m2/ha) e Campania (3,60 m2/ha, Tabella 2).

Gli alti valori regionali in termini di uso del suolo pro capite sono influenzati dalla bassa densità di popolazione che caratterizza alcune regioni. Il Molise ha il valore più alto (592 m2/abitante), circa 200 m2 in più rispetto al valore nazionale (366 m2/abitante), seguito dalla Basilicata (582 m2/abitante) e dalla Valle.
Aosta (564 mq/abitante). Lazio, Campania, Liguria e Lombardia hanno i prezzi più bassi e sono al di sotto del valore nazionale.

Limitatamente alla crescita annua, l’Abruzzo (3,27 m2/abitante) è la regione con i prezzi più alti, mentre i prezzi più bassi si registrano in Liguria.

Tra il 2020 e il 2021 le province con il maggior incremento di superficie netta sono Brescia (+307 ettari), Roma (+216 ettari) e Napoli (+204 ettari). Tra le meno consumatrici le province di Trieste, Gorizia e Ancona.
La bonifica di terreni già occupati ha ridotto l’uso del suolo a meno di 10 ettari. In numeri assoluti, la città di Roma si conferma la città con una superficie di consumo di oltre 70.100 ettari nel 2021, ma grazie ai 216 ettari in più dello scorso anno, di cui oltre 95 nel territorio comunale. Capitale.

Esaminando i primi comuni in percentuale di superficie artificiale per perimetro amministrativo, emergono alcuni comuni campani e lombardi,
distinto da uso del suolo elevato o elevato. In particolare, Casavatore, Arzano, Melito di Napoli rivelano una percentuale di aree coperte artificialmente in Campania che supera il 90% nella prima e l’80% nelle altre due.

I capoluoghi di provincia con percentuali superiori al 50% sono Torino (65%), Napoli (63%), Milano (58%) e Pescara (51%). Tra i comuni abruzzesi seguono Montesilvano con il maggior numero di terreni artificiali con il 34,2% e Martinsicuro con il 33,0%.

A questa domanda risponderà il WWF il 7 ottobre, dalle ore 16.00 presso la Sala Rivera di Palazzo Fibboni, “C’era una volta qui tutto era agricoltura. Analisi e riflessioni sull’uso del suolo in Italia e in Abruzzo.

E spiega il Wwf in una nota: «La cementificazione contribuisce a rendere meno sicuro il nostro Paese, perché l’impermeabilizzazione del suolo aumenta il rischio di disastri: dal 2000 al 2019 il dissesto idrogeologico ha causato 438 morti solo in Italia. La legge sull’uso del suolo nel nostro Paese è in discussione dal 2012, ma nel frattempo, nonostante la Commissione Europea abbia approvato nel 2021 la nuova European Land Strategy for 2030, il Parlamento non è mai riuscito ad approvarla. Direttiva in materia fino al 2023 e ancora più urgente l’intervento dei legislatori nazionali. La legge sull’uso del suolo dovrebbe lavorare con la logica del “bilancio di uso del suolo zero” favorendo la riqualificazione di aree già occupate e degradate: solo nelle aree urbane è possibile intervenire su fabbricati inutilizzati (superficie) superiori a 310 chilometri quadrati. Un’area pari a quella di Milano e Napoli)’.

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