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In ricordo del massacro di Butsa, uno dei momenti più violenti del conflitto russo-ucraino, una zattera galleggiante con bambole cadavere è apparsa durante la notte in mezzo alla banchina vicino al ponte Langer.
Cada_Veri è un’installazione dell’artista contemporaneo Angelo Orazio Pregoni, ovvero i morti della strage di Bucha, sì, Cadaveri, ma persone reali che hanno vissuto e le cui vite sono state improvvisamente stroncate. La conservazione della memoria è ancora importante.
All’attraversamento pedonale di Porta Genova, dipinto dall’artista lo scorso aprile, accanto a una zattera su cui giacciono corpi distesi, un telo di sei metri pende sopra il ponte, in questo caso tre persone reali stese a terra. Cadaveri per imitare e condannare quanto sta accadendo in Ucraina.
Ed ora la scultura nell’acqua della Darsena è un rimando a quella pagina dipinta, gesto comunicativo di potente influsso, rimprovero e celebrazione solenne.
“Chi è morto in questa strage disumana merita un’immagine pura oltre i confini della guerra. – dice Angelo Orazio Pregoni – queste persone senza volto, senza storia, senza causa di morte devono essere un monumento scolpito nelle nostre anime.
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