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Ora ascolta: “Atterraggio di emergenza nel 2023: l’UE non può gestire l’emergenza. Ora lo sta facendo l’Italia”

Atterraggio di emergenza nel 2023: un’emergenza che l’UE non può gestire. Ora l’Italia è in via di guarigione

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Solo giovedì sono arrivati ​​in Italia più di 2.000 migranti, un numero record di migranti arrivati ​​in Italia, dove i militari sono allo stremo nei centri di accoglienza impegnati nelle operazioni di recupero. Anche se il Consiglio d’Europa ha accusato l’Italia di non fare abbastanza in questo senso. Dall’inizio dell’anno sono arrivati ​​nel nostro Paese 65.000 immigrati di varie nazionalità provenienti da Tunisia, Libia e Turchia, e solo una minoranza di queste persone ha il diritto di chiedere asilo in Europa. Tutti gli altri rimangono nel territorio clandestinamente: non sono inseriti nelle procedure di redistribuzione e non possono essere espulsi, perché l’iter burocratico è ancora molto lungo e complicato.

Ma la polemica contro l’origine dell’Italia è entrata nell’euro buono.

Tuttavia, mentre l’Italia sta soffocando sotto il peso della pressione dei migranti, l’Unione Europea non può fare passi concreti per evitare un’invasione del confine meridionale dell’Italia, che è il confine europeo. Nel frattempo la tunisina Georgia Meloni, in due missioni e con Ursula von der Leyen, si è recata con l’olandese Mark Rutte a dare titubanze e perplessità in caso di aiuti internazionali al premier italiano. Kais ha fatto appello a Syed per chiedere aiuto nella gestione dei flussi. Di fronte a una palese mancanza di volontà da parte dell’Europa e dei suoi vicini d’oltremare, l’Italia deve fare da sola per fare il possibile per evitare una situazione che rischia di esplodere.

Il governo sta già lavorando a un piano di “procedure accelerate alle frontiere”, che comporterà la creazione di hotspot in Italia (eccetto Lampedusa), Sicilia e Calabria in aree di sbarco chiave. Qui vengono inviati i funzionari dedicati alla supervisione diretta delle procedure di richiesta asilo: fino a quando non vengono processati, per alcune settimane e poi per un massimo di 7 giorni, i migranti non possono circolare liberamente sul suolo italiano. . Chi non soddisfa le condizioni per la protezione internazionale verrà rimpatriato nel proprio Paese di origine o di provenienza. I ministri Nardo e Piantedosi stanno già lavorando a questo progetto per sviluppare una strategia che non può essere realizzata. Questa possibilità è stata inserita nel Decreto Cutro, che ha limitato le partecipazioni consentendo i ricorsi, prorogando fino ad oggi il termine di licenziamento.

L’Italia è stata chiamata a uno sforzo straordinario senza il sostegno dei partner europei. Uno sforzo necessario e obbligato in vista della previsione di un crollo straordinario nelle prossime settimane, con il rischio di non essere supportati dalla rete ospitante italiana, con tutte le possibili conseguenze per la struttura economica e sociale del Paese, con il rischio di un crollo definitivo. .

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