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05.10.2022 – 12.55 – “Un atto semplice come aprire un ombrello” Si presenta con le parole della quotidianità, in programma mercoledì 12 ottobre, la nuova campagna di vaccinazione antinfluenzale e Covid-19 della regione Friuli Venezia Giulia. Proteggere le fasce vulnerabili della popolazione con influenze vecchie e nuove. È una campagna ambivalente e anti-influenzale che mostra un significativo cambiamento di dinamica dopo due anni di pandemia: nella versione attuale, l’influenza si unisce al Covid-19 e la campagna è spontanea. Esonero standard delle funzionalità obbligatorie per il 2020-21.
Come dichiarato da Gianna Zamaro, Direttore del Centro Salute e Benessere della Regione, il coinvolgimento delle farmacie “dal basso” è una novità fondamentale per l’attuazione del vaccino contro il Covid (e). La partnership era inizialmente 1 dispensario per distretto sanitario, poi 3, 5, ecc. Questo continuerà fino a raggiungere il 10% delle farmacie della regione. Per quanto riguarda gli utenti, la partecipazione resta volontaria per le farmacie.

Il Direttore Sanitario Cristina Zappetti ha presentato i dati attuali sulle campagne vaccinali degli anni passati e sui decessi legati al Covid-19 e all’influenza. Sebbene ci sia stata una significativa riduzione del numero di casi di influenza a causa dell’epidemia di Covid nel 2020-21, “il tasso di mortalità osservato è stato superiore al previsto”, ha osservato Zappetti. Ma ancora, su quel fronte, il 2020-21 ha avuto un “picco di vaccinazione antinfluenzale” per accompagnare la lotta al Covid.
E nel caso del coronavirus, ora nel secondo richiamo (colloquialmente alla quarta dose) della “stanchezza da vaccino”, ovvero “non dare una risposta adeguata alla popolazione”, i gruppi vulnerabili rimandano o non sono interessati al rinnovo del vaccino.
“Le autorità nazionali ed europee raccomandano la doppia gestione”, ha affermato Zappetti. C’è l’innovazione di allungare l’età a rischio per chi ha prescritto una nuova dose ambigua: non più oltre i 65 anni, ma ora oltre i 60 anni. È inoltre necessario ricordare le categorie professionali per le quali si raccomanda, ad esempio, la vaccinazione. Settore pubblico con riferimento agli operatori sanitari ea coloro che entrano in contatto con i gruppi vulnerabili.
Infine, vista la diffusione dell’influenza suina negli animali da allevamento, non sorprende come la vaccinazione sia fortemente raccomandata per coloro che entrano in contatto con virus influenzali non umani, in particolare gli allevatori.
Tuttavia, non vi è alcun obbligo anche per categorie particolari di lavoratori, compresi gli operatori sanitari. Una specificità tanto necessaria è il tasso tradizionalmente basso di compliance tra gli infermieri registrati FVG.

Ricardo Riccardi, vicegovernatore regionale preposto alla sanità, ha ricordato che era già “urgente” che si trattasse di una “doppia entrata” che prevedeva “ulteriori sforzi dell’apparato istituzionale del sistema sanitario regionale”. È vero, ha osservato Ricciardi, “c’è la stanchezza da vaccino”, ma “è comprensibile visto quanto è sempre stressata la popolazione”. La vaccinazione è fortemente raccomandata per gli over 60 oggi. Coloro che vogliono contribuire allo sforzo sanitario complessivo sono liberi di vaccinarsi dall’età di dodici anni.
Il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Federiga è tornato su un tema ricorrente, Progetto Novartis Se ne è già parlato durante la presentazione. Secondo Federiga, infatti, «bisogna rafforzare di più la cultura della prevenzione. Di solito, ci troviamo di fronte a una tale mentalità che quando si sviluppa qualche patologia, ci rivolgiamo al settore sanitario per questo. Ma se andiamo in quella direzione, peggioreremo la salute delle persone e intaseremo il sistema sanitario. D’altra parte, la prevenzione dovrebbe attendere la comparsa della malattia e garantire una buona qualità della salute ai cittadini rimuovendo la pressione sul sistema sanitario.
Va anche sottolineato che “abbiamo istituzioni scientifiche che controllano la validità dei vaccini” e “il potere che la scienza fornisce è quello che la ricerca scientifica può darci, soprattutto per la prevenzione”. Ma la “stanchezza da vaccino” è comprensibile, perché “abbiamo stressato la popolazione”.
Nel complesso, “il recente aumento dei contagi non ha portato finora a un aumento significativo dei ricoveri”. Si tratta infatti di “sempre la stessa opzione con gli stessi risultati”, per la quale si applicano “raccomandazioni forti per chi è a rischio”, per i quali i risultati rimangono “drammatici”.

[z.s.]

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