Immagine www.ilgiornale.it

La sinistra europea ha due grossi problemi: il primo è l’emorragia di voce che copre l’intero continente. Il secondo si chiama: Georgia Meloney. Almeno secondo i leader socialisti, le due cose sono strettamente correlate: l’Italia è la pecora nera dell’Ue, perché dimostra che un’altra Europa è possibile e che un governo di destra non è lusinghiero, ma al contrario affidabile e affidabile alternativa. Ciò interrompe la narrativa progressista secondo cui tutto ciò che si muove al di fuori dell’area di carico congestionata è invisibile. Soprattutto se viene dall’Italia. Non è una novità: Sarkozy e Merkel che ridono di Berlusconi è una delle pagine più disgustose della storia della coalizione.

Ora lo scenario si sta ripetendo, ma con un maggior grado di frenesia e rabbia: l’essenza è cambiata ei bastioni del progresso dell’UE sono diventati simboli di un orientamento politico che mostra sempre più la sua debolezza. Come se non bastasse, c’è stato anche lo scandalo Catergate a rovesciare la superiorità morale e le Ong sono state usate come taxi per trasportare letteralmente sacchi di soldi a casa. Così, a un anno dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, si è solidificata l'”internazionale antiitaliana” il cui unico scopo è screditare il nostro potere esecutivo, eliminare il caso della maggioranza del Partito popolare europeo e dei conservatori . . Questo da solo può spiegare i ripetuti e brutali attacchi di Francia e Spagna contro Roma. Come disse Agatha Christie: “Un indizio è un indizio, due indizi sono coincidenze, ma tre indizi sono prove”. E affrontiamo le prove. Il 4 maggio il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin – incapace di governare Parigi, per così dire, in balia delle proteste di piazza – ha definito la Meloni “incompetente nella gestione dei migranti”. Ma l’indignazione contro di noi mostra che un governo inarrestabile e frammentato è sulla buona strada: servire gli interessi dei suoi cittadini.

Anche ieri sono successe le spille: due colpi in poche ore. Il leader del partito di Macron, Stephane Sejorne, ha descritto la politica italiana sull’immigrazione come “ingiusta e disumana”. Poi, non a caso, arriva l’attacco del numero due del premier spagnolo Sánchez e di Yolanda Díaz, volto del Partito comunista (che coincidenza…) che attacca “il diritto del lavoro e le sue sciocchezze”. Inoltre, ciò in cui crediamo non influisce molto sulla vita degli spagnoli. Ma tutto sta attaccando l’Italia.

Il piano è chiaro: gli autoproclamatisi “europei” di sinistra useranno l’Ue per risolvere le dispute interne da un lato – come fa giustamente notare il primo ministro Maloney – e dall’altro cercheranno di minare il nuovo ordine politico continentale, per esempio. Dal centrodestra. Più vergognosi degli attacchi dell'”Internazionale antiitaliana” sono i nostri stessi connazionali che li sostengono. Per fortuna sono sempre meno.

Visualizza le notizie ufficiali qui