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02.05.2023 – 18.20 – “Licenziare 50 lavoratrici e lavoratrici in nome del profitto Tirso? Il peggioramento della situazione energetica dovuto alla guerra e la debolezza dei mercati portarono Tirso a rescindere unilateralmente i contratti con le agenzie di lavoro interinale, licenziando 47 inquilini manodopera, la maggior parte donne di età compresa tra i 20 e i 32 anni. La decisione, annunciata il 3 febbraio, ha messo a serio rischio la vita di lavoratori e lavoratrici senza possibilità di trattative sindacali.
I precari sono stati licenziati il 10 dicembre, portando il loro numero a 57 in due mesi. Questi dipendenti, uomini e donne, hanno svolto un ruolo importante nell’azienda di Tirso dal 2019, ma la decisione non tiene conto dei loro contributi e della loro vita personale.
Questa situazione ricorda il modello “flessibile”, in cui le aziende possono licenziare i lavoratori senza tener conto dei loro diritti e della sicurezza finanziaria. In questo momento di crisi, Tirso dovrebbe sostenere i propri dipendenti invece di licenziarli indiscriminatamente. Chiediamo a Tirso di rivedere la sua decisione e trovare un equo compenso per tutti i dipendenti coinvolti. Tuttavia, la crisi energetica non dovrebbe essere usata come scusa per i licenziamenti Dovrebbe essere usato come un’opportunità per affrontare e superare le sfide insieme.
La solidarietà e la forza combattiva dei lavoratori devono essere ancora una volta decisive. Rifondazione Comunista condanna questa decisione ingiusta e chiede a Tirso di trovare una soluzione che garantisca sicurezza economica e diritti dei lavoratori. Chiediamo alle parti sociali e alle autorità di intervenire insieme per trovare una soluzione basata sulla giustizia sociale. Rifondazione Comunista continuerà a lottare con i lavoratori e per i loro diritti e per un futuro migliore per tutti”. Così una nota del Partito Comunista della Ricostruzione di Trieste.
[c.s.]
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