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06.02.2023 – 10.44 – Qual è la norma più importante della Costituzione italiana? Questo è il principio della libertà: siamo tutti liberi. Quando insegno diritto costituzionale nelle scuole, questa è la prima regola che spiego nel corso “La Costituzione italiana in 11 Regole”. Siamo liberi? Sì, facciamo quello che vogliamo? Beh, qui le cose si complicano. Perché ogni regola ha le sue eccezioni o meglio, ogni principio ha le sue conseguenze. In effetti questo è veroArticolo 13 della Costituzione Italiana Inizia dicendo “la libertà individuale sarà inviolabile”, ma nella frase successiva “non sarà consentita alcuna forma di detenzione”. […] Salvo il ragionamento di un organo giudiziario e solo nei casi e nei procedimenti previsti dalla legge». Cioè, è vero che sei libero, ma è altrettanto vero che la legge può limitare la tua libertà, ad esempio imprigionandoti.

Una delle regole che regolano la conservazione è quella che di tanto in tanto fa notizia: il famoso e il famigerato».41 miliardi“. Questo numero si riferisce all’articolo “carcere duro” della legge sull’assistenza penitenziaria (L. 354/75). In pratica, per alcuni detenuti non si applicano le regole generali di detenzione, ma vigono regole particolarmente rigide e dure. , dove la loro libertà è limitata poiché sono imprigionati con dure punizioni.

Si tratta di casi gravi e pericolosi: il “41bis” può essere applicato nei casi di criminalità organizzata, terrorismo o reati eversivi. In questi casi, il ministro della Giustizia può sospendere il regime carcerario ordinario per i colpevoli (o presunti colpevoli) e imporre la “reclusione rigorosa”. cosa è In sostanza, il detenuto è isolato dagli altri detenuti, ha accesso limitato ai familiari e appartiene a un’unità speciale separata dal resto della polizia penitenziaria dagli stessi agenti che lo sorvegliano.

Quando Matteo Messina Denaro, capo della mafia siciliana e latitante da trent’anni, è stato arrestato, il ministro della Giustizia ha subito firmato un decreto attuativo del regime “41 bis”. È evidente la necessità di isolare il prigioniero e separare il suo gruppo dai suoi parenti. Si tratta di boss mafiosi nani come Tony “Scarface” Montana, il cui “curriculum”: Messina Denaro è stato accusato, tra l’altro, di aver sciolto un bambino nell’acido e ucciso una donna incinta di tre anni nel giro di pochi mesi.

L’obiettivo è recidere il rapporto del prigioniero con il mondo e soprattutto con un’organizzazione criminale, terroristica o sovversiva. Prova ad immaginare un boss mafioso che viene catturato, imprigionato e poi rilasciato per comunicare efficacemente con il mondo esterno. Possono anche perseguire un procedimento penale dal carcere. Difficile, certo, ma il rischio è reale. Pertanto, l’unico modo per disconnetterlo dalle appendici della sua organizzazione è isolarlo, impedirgli di comunicare con il mondo esterno e metterlo in una “prigione dura”.

Lo stesso regime carcerario viene applicato all’anarchico Alfredo Cospito, considerato per vari motivi una delle figure più importanti al mondo. Unione anarchica non ufficiale, caratterizzato come un movimento terroristico finalizzato all’istigazione. Nei suoi confronti è stata imposta un’ordinanza restrittiva dopo due attentati alla sicurezza dello Stato, quindi la gravità non era quella di ferire o uccidere qualcuno, ma di attaccare lo Stato italiano con l’intento di distruggere, saccheggiare o provocare stragi. Il detenuto, che rischia il “41 bis” da quattro anni, tre mesi fa ha iniziato uno sciopero della fame chiedendo l’allentamento delle misure restrittive.

La reclusione grave come l’articolo 41A non è esente da critiche. Per alcuni, una dura prigione è “troppo dura”, al limite di un trattamento duro e degradante. Altri sostenevano che lo scopo del 41bis non fosse solo quello di isolare il detenuto dall’organizzazione criminale, ma anche di piegarne la volontà e indurlo a cooperare con la giustizia. I reati in questione sono gravissimi e altrettanto grave è la risposta dello Stato. Il dibattito è intenso, il dilemma difficile da risolvere. Ma questa volta ci sono delle regole in quest’area.

[Rubrica a cura dell’avv. Guendal Cecovini Amigoni]

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