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La pandemia ha ridisegnato il nostro vocabolario quotidiano. Abbiamo imparato a parlare di assorbenti, mascherine, gocce e onde. Ma il termine comunemente usato è PNRR. Tutti sanno che il Piano nazionale di ripresa e resilienza è uno spreco di denaro dall’Europa. Come si traduce questo a Milano?
Si va dalla digitalizzazione della burocrazia comunale alla mobilità, alle nuove piste ciclabili e alla sostituzione del parco autobus. Dalla ristrutturazione di decine di scuole ai corsi in autonomia per disabili.
Il Milan ha un saldo di circa 970 milioni di euro, che devono essere spesi entro il 2026. E per il settore pubblico, ciò significa annunciare appalti, aprire appalti e sperare che non ci siano candidature consecutive per uccidere i sogni di nuovi grandi posti di lavoro.
Per questo, nonostante lo stanziamento di circa l’87% dei fondi, Milano sottolinea la necessità di attivare il restante 13% nel 2023.
Nel frattempo, il comune ha firmato un protocollo con la Guardia di Finanza per monitorare l’utilizzo dei fondi del PNRR. Per il prossimo triennio, Palazzo Marino si impegna a fornire a Fiamma Gialla tutte le informazioni necessarie al ripetersi di possibili violazioni al fine di evitare qualsiasi attività illecita o prevenirla. Allo stesso tempo, verranno avviati programmi di formazione per il personale municipale e militare per migliorare le comunicazioni, migliorare l’efficienza e l’efficacia.
Beppe SalaComune di Milanofondi europeiGDFGrandi pianiSupervisore finanziarioPalazzo del Marepnnr
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