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Papanis è il protettore di Mico Megna e di altre cosche crotonesi. Le tribù della provincia pitagorica erano pronte a macellare animali vivi per evitare il tino. E’ quanto emerge dagli atti dell’inchiesta “crimata” redatti dalla Dda di Catanzaro. Si tratta di un’operazione avviata lo scorso gennaio dalla Guardia di Finanza di Crotone con l’attuazione di sei misure preventive, che fanno luce sul presunto ciclo di fatture fraudolente – incentrato sulle società del gruppo Marelli – che gli inquirenti (ma a parte il escalation (perché no la situazione mafiosa) del circolo di ndrangheta di Isola Capo Rizzuto Arena-Nicosia Si svolge nell’ombra. Così è finita sotto la lente di Fiamma Gial un’azienda di carni che un imprenditore 60enne di Isola voleva mettere in piedi in difficoltà finanziarie per rimborsare un prestito. Pertanto, nel maggio 2019, lo stesso imprenditore ha “contattato” e “incontrato” Mario Esposito (arrestato in “Crimata” e ritenuto vicino alla banda Isoliton) tramite l’intermediario “Zio Mì”, che lo ha descritto come Mico. Megna (non indagato in questo procedimento), gli ha “offerto” un accordo, ma non ha proceduto.

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