Immagine www.centropagina.it
Il direttore Zannini: “Grazie al progetto Systema facciamo educazione ambientale e tutela della biodiversità”
Nell’ambito di un progetto di sistema finanziato dalla Fondazione Sirolo – Carriverona, il Parco del Conero partecipa alla diffusione delle pratiche di gestione ambientale finalizzate all’incremento della fertilità del suolo, promuovendo le attività dell’area protetta, grazie al lavoro dei visitatori dell’Ente Parco. Centro e realizzazione di interventi volti a promuovere la conservazione della biodiversità autoctona nei confronti di specie alloctone e invasive.
«In quest’ultima fase – spiega il direttore Marco Zannini – abbiamo lavorato con un team di esperti tra cui il dott. Stiamo lavorando con Federico Olivieri per ristrutturare due centri di accoglienza per tartarughe terrestri (Testudo hermanni) e d’acqua dolce (Trachemys scripta). ) Centro Visite del Parco del Conero Preside Disponibile in area front office.
Le strutture sono realizzate con particolari accorgimenti che impediscono agli esemplari di fuoriuscire dall’area di contenimento, garantiscono la separazione dei maschi dalle femmine per eliminare la riproduzione incontrollata in cattività e rispettano le esigenze ecologiche della specie. Nel caso delle tartarughe marine americane, considerate dannose per il nostro ambiente naturale, gli esemplari sono stati affidati al Park Service da precedenti proprietari o cittadini che le hanno prelevate allo stato selvatico e non possono averne cura o maneggiarle. Konero Park li nutre e garantisce loro condizioni di vita adeguate. «Negli ultimi anni queste tipologie di tartarughe sono state commercializzate e, quindi, vengono prese molto alla leggera, vengono adottate come animali da compagnia», aggiunge Zannini, «ma senza tener conto delle difficoltà legate a garantirne la vita serena e secondo loro . quindi necessario. ritagliare”. “Per quanto riguarda il fatto che si tratta di specie che non esistono in natura nei nostri territori, le autorità competenti dovrebbero essere informate sulla loro conservazione”.
Ci sono molti casi di tartarughe abbandonate in aree di acqua dolce aperte al pubblico quando le loro dimensioni rendono difficile per loro rimanere e riprodursi in case private.
«L’obiettivo – impedire il rilascio in natura di altri esemplari di questa specie, tra cui Trachemys scripta – interromperà ulteriormente la biodiversità a scapito delle specie autoctone locali, in particolare la testuggine palustre europea (Emys orbicularis).».
Le tartarughe terrestri sono assegnate al Dipartimento Parco Carabinieri CITES (Washington Convention on International Trade in Endangered Species of Fauna and Flora) della Direzione Protezione Ambientale e Agroalimentare e sono il risultato del loro monitoraggio e della loro gestione. Biodiversità
“Allo stesso tempo, abbiamo creato un’area per le tartarughe terrestri e secondo le indicazioni date da Ispra è auspicabile il loro trasferimento allo stato selvatico. Per essere rilasciati, questi individui devono soddisfare due parametri importanti: il primo è legato alla loro patrimonio genetico, che deve corrispondere alla sottospecie Testudo hermanni italica (Tharmanni) e la seconda al loro profilo sanitario Correlato, ovvero all’assenza di tali patologie.
Entrambe le aree, secondo gli obiettivi dell’Ente Parco, dovrebbero essere oggetto di percorsi didattici rivolti agli studenti e finalizzati a diffondere la giusta cultura della tutela dell’ambiente e della biodiversità attraverso pannelli informativi e altri mezzi di informazione.
Visualizza le notizie ufficiali qui