Immagine www.ilgiornale.it

chiedere

“I comuni stanno finendo gli aiuti”. Cortocircuito rosso in caso di alluvione

00:00 / 00:00 100 %

Dall’esterno, il contraccolpo alle lamentele sembra un gioco di colpe. Ma non è questo il momento di esercitarsi: di mezzo, infatti, ci sono i cittadini allagati. Ci sono lacune nell’elenco dei comuni che possono richiedere soccorso e assistenza dopo l’alluvione in Emilia Romagna. Nell’elenco delle sentenze, infatti, non figurano alcune realtà regionali colpite dal maltempo e il sindaco del capoluogo, Matteo Lepore, si è subito mobilitato in tal senso, scrivendo una lettera alla Regione e alla Protezione civile. Ma qui c’è stato un corto circuito. I funzionari locali si sono effettivamente rivolti al governo, dimenticando che avevano un ruolo vitale da svolgere nell’identificare le emergenze sul campo.

L’esperimento Lepore ha sommerso i comuni

“In questo elenco è riportata una fotografia delle prime aree interessate dai danni, in coincidenza con l’emergere di nuove criticità sia in termini di allagamenti che di frane nei giorni successivi all’emergenza”, lamenta Lepore. I comuni della città di Bologna hanno segnalato nel documento di aiuto disavanzi errati. “Siamo stati informati che la lista è da considerarsi provvisoria e può essere unificata”, ha proseguito il sindaco nel suo sollecito, chiedendo che “si tenga conto di ulteriori indicazioni dei sindaci”. Tuttavia, fino a prova contraria, la circoscrizione presieduta da Stefano Bonacini (che sarà nominato commissario per l’emergenza del Pd) doveva prima mappare l’area su indicazione dei comuni. Cosa c’è che non va?

Obblighi del governo e del territorio

Si può presumere che ci sia qualcosa che non va nella trasmissione dei dati a livello regionale e quindi è probabile che il divario finisca nel record del governo. Invece, il ramo esecutivo è responsabile di parte della riqualificazione nello spazio progressivo. E ti è successo. La situazione ha così suscitato una certa irritazione tra i vertici locali della Fratellanza Italiana, irritati dal corto circuito che si è verificato nelle ultime ore. Il capogruppo FDI ha risposto che, senza perdere tempo, l’amministrazione distrettuale sta inviando al governo dal 1° maggio un elenco puntuale delle aree alluvionate per consentire ai comuni di ricevere risorse e ai cittadini di ottenere contributi e soccorsi. Marta Evangelista in Nota. «In un momento in cui la Regione è ancora piccola e titubante (un mese dopo la prima alluvione che ha colpito il Faentino), è irrealistico osservare i continui richiami a nominare Bonacini come commissario. Portavoce politico, andando così all’essenza politica di la questione», disse.

Posizione degli IDE

In un’intervista a ilGiornale.it, l’evangelista ha indicato una “reazione emotiva” a questa situazione, accusando i cittadini allagati, che “hanno adottato il metodo della stima del territorio”. La donna ha denunciato le carenze nell’organizzazione dello smaltimento dei materiali allagati e nell’eliminazione delle situazioni di emergenza. Il distretto, ha detto, “non ha un mandato che preveda di rispondere alle richieste di accesso agli atti e alle domande entro 100 giorni”. “Se c’è l’intenzione di alzare una cortina fumogena su ciò che il distretto e le agenzie collegate hanno fatto o non hanno fatto in passato, non è certo qualcosa a cui ci inchineremo”, ha detto il consigliere regionale FDI. Polemiche politiche a parte, ciò che è innegabile è l’immediata ed efficace risposta ai cittadini.

Visualizza le notizie ufficiali qui