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È italo-francese un’innovativa protesi mitralica transcatetere impiantata per la prima volta al mondo a Torino. Il limite futuro è chiamato epigono. È nato a Canaves, in Piemonte, e cresciuto in Francia. Un battito cardiaco è stato impiantato con successo per la prima volta a Torino.
Per mantenerla, infatti, non è necessario ricorrere alla tradizionale circolazione extracorporea, cioè alla chirurgia “a cuore aperto”. Queste sono chiamate operazioni “intercatetere” e vengono eseguite da team specializzati chiamati team cardiaci.
Pochi giorni fa questa nuova protesi mitralica transcatetere è stata impiantata in un paziente con il supporto di Marco Volan, Direttore di Mauro Rinaldi presso il Dipartimento Cardiovascolare dell’Ospedale Molinette di Torino Città della Salute. Consulente di Rich Group, una società francese che sviluppa cardiochirurgia e organi artificiali presso l’Università di Lione. L’intervento della valvola impiantata è stato eseguito da Stefano Salizoni con l’aiuto di Michele La Torre e Antonio Montefusco. Un importante supporto per l’ecografia è stato fornito da Gianluca Alunni e Alessandro Viero dell’Università di Cardiologia, diretta da Gaetano Maria di Ferrari. Michelangelo Delu ha fornito supporto per l’anestesia. La paziente era una donna di 62 anni con grave rigurgito mitralico che non poteva essere trattato con cardiochirurgia convenzionale a causa di molteplici fattori di rischio. L’intervento ha avuto pieno successo e dopo soli cinque giorni di degenza la donna è stata trasferita presso il reparto di riabilitazione di Veruno, nel Novarese.
Mauro Rinaldi, direttore del reparto cardiovascolare del Molinet
La nuova protesi Epigon ha un design unico, riduce il rischio di danni ad altre strutture del cuore e consente il ripristino del normale flusso sanguigno perché ha solo due valvole (tutte le protesi valvolari mitraliche biologiche ne hanno tre). Il ventricolo sinistro imita la valvola originale e quindi migliora la funzione del muscolo cardiaco.
Stefano Salizoni, uno dei massimi esperti in tali operazioni, spiega: “Epigon può aprire nuove prospettive perché è facile da impiantare e riprodurre, queste proprietà sono molto promettenti per molti pazienti che non possono sottoporsi alla tradizionale chirurgia a cielo aperto”. Rinaldi e Vola, direttori dell’Epigon Valve University Center Torino e Lione, sono soddisfatti del risultato clinico e della stretta collaborazione tra i due gruppi: il processo di ricerca e sviluppo della protesi valvolare è stato svolto tra i due gruppi in tutta Europa. Italia e Francia.
L’idea di Epigon nasce nel Bioparco di Coleretto Giacosa, un piccolo paese del Canavese vicino a Ivria, da un gruppo di industriali piemontesi, lo storico gruppo Sorin, leader nel campo della biologia negli anni ’80 e ’90. Intenzioni del cuore. L’azienda francese Affluent Medical ha creduto nel progetto fin dall’inizio e ha quindi investito nello sviluppo di questa protesi rivoluzionaria.
Epigon ha attraversato un lungo iter e ha ottenuto l’approvazione del Comitato Etico Interaziendale grazie alla sinergia maturata tra l’industria, gli ospedali e le università dei due paesi confinanti. Questa fase si conclude con il successo dell’intervento a Torino, dove l’epigono opera nel cuore dell’uomo, a pochi chilometri dal luogo in cui è stato concepito e realizzato.
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