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Il mondo dietro violenze, minacce, crimini commessi per ottenere qualche like in più sui social, bande di bambini legati a famosi trapper milanesi, come abbiamo visto nelle ultime puntate di cronaca, include video e messaggi trasmessi attraverso i video. Le canzoni che incitano all’odio, alla violenza e al crimine vengono pubblicate online per aumentare la loro popolarità, ma hanno gravi conseguenze nel mondo reale.

Il realismo, che coinvolge giovani e giovani adulti, crede che possano ottenere il rispetto dei loro coetanei solo infrangendo le regole e mostrando a tutti e rischiando un impatto su coloro che vedono i loro contenuti.

Il fenomeno è stato condannato fin dall’inizio da Monica Forte, presidente del comitato antimafia del consiglio regionale, che si è presa la responsabilità dei suoi seguaci invitando alcuni personaggi del mondo della trappola attraverso il suo intervento sui social network. Ha ricevuto gravi minacce ed è stato condiviso centinaia di migliaia di volte su altrettanti profili, il che ha portato il presidente Forte a sporgere denuncia alla Polizia Postale.

La tendenza a mettere in evidenza come sempre più giovani si comportano sui social, come se ciò che si scrive o si dice non abbia conseguenze nella vita reale, li spinge ad agire a rischio di propagarsi a macchia d’olio alla generazione nata da Internet. Essi stessi commettono crimini per imitare i loro idoli.

Per il presidente della Commissione Antimafia, il compito delle contestazioni non dovrebbe essere una chiave repressiva, ma un intervento attraverso la prevenzione e l’informazione.

Presidente, Comitato Antimafia Cyber ​​Minacce

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