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Sono sbarcati tutti a Catania, eppure stanno facendo qualcosa per una questione di principio che dovrebbero andare nei paesi di bandiera con carichi di migranti su navi delle ONG. Emmanuel Macron apre il porto di Marsiglia alla Ocean Viking dopo un’intervista a Georgia Meloni. L’agenzia europea per la protezione delle frontiere Frontex ha riconosciuto che la presenza di navi delle Ong al largo delle coste libiche facilita l’immigrazione clandestina: è quindi parte del problema, non la soluzione. E senza la lotta del Viminale papa Francesco probabilmente non avrebbe un seggio, riconoscendo che il problema dei migranti via mare non può ricadere solo sulle spalle dell’Italia, ma richiede un impegno collettivo da parte di altri Paesi. Problema di ospitalità. Le parole sono arrivate dal Papa, il cui realismo ha commosso alcuni vescovi italiani.
Ecco perché tutti i passeggeri delle altre due navi delle Ong sbarcate ieri a Catania sono partiti con mille strategie e mille e una parola che regolano la vita nel nostro Paese, ma la guerra dei principi ha un senso. Del resto lo abbiamo scritto in questo scritto: il problema non è il numero di migranti che mettono piede sul suolo italiano – nessuno, metà o tutti – è il messaggio inviato alle coste africane ea Bruxelles. Innanzitutto va sottolineato che in quest’anno e mezzo, quando Lamourges si è calmato in previsione dell’adozione della politica dello struzzo a Vimimale, il pericoloso fenomeno si è intensificato. Incontrollato.
A causa della necessità di posizione per indicare un cambio di prospettiva. Poi, ovviamente, non puoi cambiare velocità di notte, soprattutto in Italia. Ci sono persone tra noi che stanno a casa e vengono pagate per mesi per un certificato medico, immagina un povero cristiano che non riceve una diagnosi che gli permetterebbe di sottoporsi a un esame mentale. Il nostro è un Paese dalle mille regole, con tanti attori che recitano la stessa scena problematica: giudici, funzionari portuali, medici. Ogni domanda si trasforma in un pasticcio di retorica di sinistra, spesso con te di fronte a una toga partigiana. E tra molti leader e comparse, la forza più debole è la politica. In questo caso, infatti, si arriva a una contraddizione, le ragioni del governo italiano sono più vagliate dalle autorità francesi o da Frontex che al porto di Catania.
A questo proposito vale anche la pena di mettere le carte in tavola: se si vuole che l’attività di governo sia veramente efficace, occorre semplificare le regole, adottare atti legislativi che diano specificità, per determinare in quali materie debbano essere applicate. Il processo decisionale in queste situazioni, ovvero a chi affidare l’ultima parola. Al posto della teoria, infatti, serve una buona dose di pragmatismo. Ma soprattutto, abbiamo bisogno di regole che non lascino allo stato il drammatico dilemma di scegliere tra imbarazzo catastrofico, proteggere i nostri confini da invasioni segrete e salvare vite in mezzo all’oceano.
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