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Tour de France 2002, sesta tappa Suonava molto: pioveva: Tadej Pogakar Ha tuonato su molte piattaforme e ieri ha continuato a stabilire record gareggiando come Best Performer, trasudando un intero repertorio di classe e talento. La sesta tappa, la più lunga del Tour de France 2022, ha due grandi eroi: Woot Van Aert, Correndo con la maglia gialla, spettacolo insolito nel ciclismo moderno, Tadez Pogakar, che ha poi catturato la fazione lampo e la già citata maglia gialla, ha dato un segnale forte in vista della tanto attesa settima tappa da Tomblain a La. Super Planche des Belles Filles: 3 GPM per la salita, inclusa una terrificante corsa finale di 7 km con una pendenza media dell’8,7%.

Tour de France 2002, sesta tappa. Cronologia della partita

Grazie al vento laterale, la partenza della sesta tappa del Tour de France 2002 è stata abbastanza allarmante e diversi tentativi di fuga sono stati neutralizzati: dopo 80 km è iniziato un buon attacco, tra cui Voot van Aert (Jumbo-Wisma), Quinn Simmons (Trek) . . -Segafredo) e Jacob Fuglsong (Israel-Premier Tech), poi se ne vanno e la squadra riparte. A 30 km dal traguardo, Van Aert è rimasto solo nel gruppo prima di precipitare nelle prime discese della spettacolare Côte de Pulventueux (800 metri di pendenza media 12,3%), tra l’altro in pochi giorni, molte delle sue. unità. Jumbo-meraviglia. La fortuna non è stata con Alexander Vlasov (Bora-Hansgrohe), che è caduto e ha lasciato brevemente il campo. Intanto Alexis Villermoz (Team Total Energies) è in testa, ma il filo del rasoio Tadez Pogakar (Team UAE), che guida il gruppo, perde il contatto con Damiano Caruso (Bahrain Victorious) e resta a 21″dieci”. L’asfalto si ingiallisce: con l’intenzione di non volerlo più lasciare.

Tour de France 2002, settima tappa, favoriti e classifica generale

Si parte da Tomblane per il percorso di 176,3 km, che parte dalla prima metà senza troppe difficoltà di dislivello. Il primo dei tre GPM previsti arriva dopo 104 km, con i corridori che affrontano i 3 km 6,4% Col de Grosse Pierre. Il Col des Croix segue poco dopo (3,2 km al 6,3%). 40 km in cima: una leggera discesa e poi una semplice discesa del Col de la Chevestre, preludio dell’epica salita delle “belle ragazze”: il primo, terzo e quarto km sono 9,5% moderati, il quinto e il sesto 8%, poi l’ultimo chilometro infernale al 9,5% massimo Anche la pendenza è del 24% (su sterrato!). Dopo quello che abbiamo visto finora, è impossibile non scegliere Tadej Pogacar come il favorito numero uno. Qui ha completato la storica impresa di ribaltare il tour due anni fa, e sicuramente farà un altro spettacolo. Date le difficili circostanze di Primoz Roglic, lo sfidante più probabile a provarci è già Jonas Wingegaard. Cerca il trio INEOS composto da Adam Yates, Geraint Thomas e Danny Martinez, che potrebbero prendere parte a questi brani. Se l’incidente non avesse avuto conseguenze, come ha confermato, si potrebbero giocare anche le occasioni di Alexander Vlasov. Vedi anche Romain Bardet, Ben O’Connor e Damiano Caruso. La graduatoria generale è la seguente:

1) Tadej Pogacar (UAD) 20:44’44″2) Nielsen Pawles (EFE) +4″ 3) Jonas Wingegaard (TJV) +31″4) Adam Yates (IGD) +39″ 5) Tom Pidcock (IGD) + 40″6) Geraint Thomas (IGD) +46″ 7) Alexander Vlasov (BOH) +52″8) Daniel Felipe Martinez (IGD) + 1’00” 9) Romain Bardet (DSM) + 1’01″10) David Gaudu (GFC) + 1’02” 13) Mattia Cattaneo (QST) + 1’12” 25) Damiano Caruso (TBV) + 2’11’

 

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