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Strana, la storia di Eric Tabarli. L’uomo che amava il mare e che ha lasciato una lunga traccia nella storia del nuoto è senza dubbio il famoso francese Eric Taberli. Una vera leggenda in patria con i suoi guai sportivi. Sono passati 24 anni dalla sua morte, ma gli echi della sua storia umana e sportiva non si sono mai spenti. È nato il 24.07.1931 a Nantes. Morì in mare nel 1998 mare irlandese 66 anni. Ha scoperto la vela all’età di tre anni quando è salito a bordo della barca di famiglia, l’Annie. Nel 1938, quando aveva sette anni, il padre di Guy acquistò la vecchia barca Yum, costruita nel 1898 da William Fyfe, e la chiamò Penn Duke, bretone, in onore di Coal (un uccello della famiglia dei ghiozzi). Ha dato vita al mare. Tutte le sue barche avevano lo stesso nome, e durante la sua vita ebbe altri cinque penduchi, identificati solo da numeri romani progressivi, ma tutti ugualmente amati.
Strana, la storia di Eric Tabarli. Come è nata una leggenda navale
Eric Tamberly È stato il più grande leader degli ultimi 70 anni. Il volto ruvido e burbero di “Eric Breton” emerse nel 1964, quando lo sfacciato 33enne vinse da solo la regata dell’Atlantico a Newport in 27 giorni. Da questo momento, la storia del navigatore è un elenco infinito di vittorie e avventure eccezionali. Unico navigatore a ripetere la vittoria alla famosa Ostar, e unico navigatore a vincere nello stesso anno (1967) a Fastnet in Inghilterra ea Sydney – Hobart in Australia. Un’impresa che gli è valsa il soprannome di “Capitano Achab”. Decine di compagnie hanno firmato contratti con barche che portano sempre lo stesso nome, il “Penn Duke” prende il nome dalla Regina della Dinastia. Ma gli appassionati di vela ricorderanno più il suo volto che i suoi successi. Un sorriso che lo accompagna ad ogni passo. Ha ripetuto: “Amo le open, le isolane, le grandi barche a vela. Ma soprattutto non mi piace stare fermo a lungo. La costa francese di Lorient.
Strana, la storia di Eric Tabarli. Schianto e arrivederci
L’incidente è avvenuto il 12/06/1998 nelle acque atlantiche a ovest del Galles. Si trovava a bordo della Penn Duke II, caduta in acqua con una temperatura di circa 11° durante una manovra notturna e le sue possibilità di sopravvivenza erano limitate a 3-4 ore. L’equipaggio di quattro compagni marinai non ha potuto fare nulla a causa del tempo inclemente. Ha chiesto aiuto ma il giorno successivo non ha ricevuto una nave australiana. La ricerca è continuata per diversi giorni ed è stata poi annullata in mezzo al dolore generale. Stava viaggiando con altri marinai per celebrare il centenario del cantiere navale William Fife in Scozia. Alcuni marinai hanno trovato il corpo nel pomeriggio del 17 luglio, 43 miglia (80 km) a sud del luogo dello sbarco. Fine del mito.
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