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Il senatore Francesco Boccia e la deputata Chiara Braga sono i nuovi capigruppo del Pd. Entrambi sono stati eletti oggi tramite conferma da parte dei rispettivi Democratici alla Camera.

“Ora si comincia il lavoro parlamentare del partito e le piazze, gli spazi di cui gli italiani hanno bisogno, sono un riferimento costante”, ha detto Boccia dopo la sua elezione. La senatrice pugliese, infatti, è molto fedele alla segretaria Ellie Schlein ed è stata coordinatrice della sua proposta a livello congressuale. La scelta di Boccia, ex ministro per gli Affari regionali nel Conte-bis e forte sostenitore della necessità di un’alleanza costruttiva con il M5S, ha suscitato qualche polemica. Simona Malpezzi, ex capogruppo e sostenitrice del movimento Bonacini, è intervenuta in assemblea prima del voto: “Lo dico apertamente e con trasparenza, capisco che il segretario deve scegliere, ma voglio continuare la discussione. il primo di noi a scegliere il successore di Malpezzi. Ha criticato il metodo scelto per questo: “Il segretario Schlein ha chiesto la fiducia di cui tutti abbiamo bisogno: condivido e aggiungo che questa fiducia deve essere reciproca. “Quelli che hanno votato Schlein erano di sinistra e quelli che hanno votato Bonacini erano ex rengiani”. Secondo Zampa, sembra ancora vivo che la rappresentazione debba essere rimossa.

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Nella sua risposta al termine del dibattito, Ellie Schlein ha spiegato che la scelta di puntare su Boccia e Braga non è stata frutto di accordi segreti, ma di scelte individuali: “Lavoriamo in una struttura comune ed equilibrata che rispetta il pluralismo. E il risultato delle qualificazioni. La vita delle persone”. Deborah Cerachiani, capogruppo uscente del gruppo alla Camera, ha sottolineato l’autonomia dei gruppi, “va tutelata e tutelata sempre perché rafforza il partito”. Chiara Braga, deputata della IV legislatura, è l’attuale espressione dell’Aredem di Dario Franceschini e la sua elezione è stata molto voluta da Schlein, che ha appoggiato Bonacini: due rappresentanti, le ex capogruppo Deborah Cerchiani e Simona Bonafe, le hanno preferite entrambe.

Braga, una volta eletto, ha ricordato l’episodio di Claudio Anastasios durante il suo intervento: “Ci ho ripensato in questi giorni quando per sbaglio ha cercato di insultare le parole del direttore di una società pubblica nominato dal governo Meloni. La memoria di Giacomo Matteotti”. Parlando dei parlamentari socialisti uccisi dal fascismo, Braga ricorda di essere uscito “con la forza delle sue idee contro la brutalità del regime e la violenza fascista, ma qui in questo palazzo con qualità di parlamentare attività. Il duro lavoro è un duro lavoro. , preciso, coraggioso.”

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