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Presentata l’edizione 2023 del Panda Ride con arrivo in Marocco il 6 maggio, dove sono stati testati concorrenti e mezzi.
Venti di loro sono partiti da Verona sotto la bandiera Omega, e molti sono arrivati al traguardo dalla Spagna, portando a termine una lunga maratona in cui hanno combattuto efficacemente duemilaquattrocento chilometri contro se stessi e gli avversari. .
L’obiettivo principale non è la fine, ma la solidarietà con la popolazione locale, rinnovando l’aspetto sociale che contraddistingue il gruppo scaligero.
Fuori dal tavolo per un problema tecnico l’avventura del presidente Ivano Grison, interpretato da Mirko Kaloy, mentre Sand è uscito di morale e ha rallentato per un problema fisico.
“È una gara nella gara” – afferma Ivano Griso (Presidente Omega) – “perché la sfida è più personale del tempo, ma il nostro obiettivo principale resta l’unità”. Tutti erano pieni di quaderni, penne, righelli, biscotti, caramelle e altri prodotti alimentari, che abbiamo distribuito agli abitanti del deserto. Ad un certo punto ero fuori dal tavolo del torneo per astinenza, febbre alta e problemi intestinali, ma sono partite una ventina di persone e ne sono arrivate molte altre. Il caldo salì a oltre quarantasei gradi e, sebbene si trattasse di passi brevi, era facile perdere i gomiti nel terreno sabbioso. Abbiamo bevuto dai sei agli otto litri d’acqua, ma faceva molto caldo ea bordo non c’erano frigoriferi o altri servizi. Qui vivi nella moderna Dakar degli anni Settanta e Ottanta. Una sensazione indescrivibile”.
Nella Fiat Panda 4×4, versione Ride, gli alfieri della scuderia veronese, con il supporto ufficiale di ACI Verona, sono riusciti a superare le insidie del deserto.
Il migliore è stato il bergamasco Daniele Bertolini, diciannovesimo assoluto nella 4×4 al fianco di Antonella Rutigliano, con Federico Paolo ventottesimo dopo un problema alla trasmissione e diversi minuti di frustrazione. Brunelli, insieme a Maurizio Corradi, è stato il primo a terminare il personale di Veronese.
Quarantottesimo posto per i compagni 4×4 Stefano Pietropoli e Alessandra Bianconi davanti al vicentino Nicola Valentini, affiancato da Fabio Cecchi e supportato dall’Alfa.
Un cambio di motore ha visto i trevigiani Giuseppe Caggiolato e Maurizio Bertolin finire 71°, davanti al veronese Andrea e 79° Fabio Volpato, padre e figlio puniti dalla rottura di una sospensione.
Il resto dell’Ottantatreesimo era un altro equipaggio familiare composto da Gianluca Marini e suo figlio Henry, venuti direttamente da Londra per affrontare il deserto.
I Novanta hanno accusato Massimiliano Losi del Padova per il cedimento dell’ammortizzatore posteriore di Marco Lion, insieme a Luca Montegazza e Ivan Ignazio Rosina del Milan.
Claudio Zambelli, con la compagna Nadia Zamperini, vicecomandante di Veronese, ha deciso di effettuare un passaggio in caduta libera direttamente dai serbatoi sul tetto al carburatore dopo aver aperto le quattro pompe di benzina. Devono essere completati novantatré pannelli di classifica finale.
Alle sue spalle il padovano Luciano Favaro, accanto a Daniela Janch, già penalizzata per l’acqua bollente nella prima tappa, grazie all’intervento di un tecnico locale che ha sostituito la guarnizione di testa in mezzo al deserto.
Per Giorgio Bianconi, che ha condiviso la cabina di pilotaggio con Rossano Riolfi, sempre pronto ad aiutare chi si trova in difficoltà, cento quote per il costo della sua mostra personale.
svizzero Il rappresentante Enrico Piana ha tagliato il traguardo centododici con Andreas Raffaele, davanti al padovano Attilio Barzo, rallentato da un guasto al differenziale posteriore di Giorgata Cristina Indria.
Alcuni problemi con l’alimentazione del suo camion dei pompieri hanno messo in difficoltà il veronese Roberto Dalla Riva, che alla fine ha pareggiato con Carla Benedetti Vallenari che aveva centodiciotto anni.
Valerio Renato Gastoldi e Mauro Pegorini, esclusi dalla classifica per problemi tecnici, hanno condiviso la sorte di Marcello Tracanzon e Moreno Vanin, ma si sono seduti nei ragionieri che hanno lasciato la quinta tappa con le pompe di benzina surriscaldate e costretti a trovarli. Salvataggio fuori dal campo.
A completare la squadra Omega lo svizzero Fulvio Salis, novantunesimo nella 4×4 con Durietta Salis e Marcel Labour, settantanovesimo con Daniele Zanolatti alla sua destra.
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