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Ha tremato quando si è ammalata e un’ambulanza, a sirene spiegate, l’ha portata d’urgenza in ospedale. A quasi un mese dal ricovero in ospedale per un’emorragia cerebrale, però, Roberto Pani, il figlio dell’ottantenne del Cagliari, trema ancora ma soprattutto di rabbia. Visite alla clinica dove è stato trasferito, San Salvatore? “Sono con il contagocce. Posso andarci solo tre volte a settimana per 30 minuti al massimo. In sette giorni fa un’ora e mezza, molto poco rispetto a quello che avevo a Brotju, fino a due ore al giorno dalla mattina alla sera”, spiega. Qual è il motivo della visita del contagocce? La clinica mi ha spiegato le restrizioni. Ma perché questa stessa regola vale ancora per loro e non vale più per gli ospedali? “. Pani è molto preoccupato: “La gamba della mamma non è rotta, il dito non è rotto. È ancora in cura per un’emorragia cerebrale, viene abbandonato dal figlio. Ha già perso il marito sei mesi fa”. E ce ne sono altri: “Tra sabato e domenica ho fatto almeno trenta telefonate per informarmi sul suo stato di salute. Il filo, cioè dalla clinica, nessuno ha risposto. Mi chiedo: è possibile? Un po’ più di umanità in questo mondo, soprattutto per un figlio preoccupato per lo stato di salute della sua anziana madre costretta a letto?
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