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Un poster con una foto di Paolo Borsellino in sala dopo la commemorazione liturgica del giuramento e dell’ordinazione di San Giovanni Paolo II il 22 ottobre. “A volte le coincidenze della vita mostrano che l’incrocio delle stelle non è un progetto”, afferma il presidente del Senato Ignazio La Russa. Si è unito al presidente del Consiglio Georgia Meloni per un caffè al buffet di Palazzo Madama, arrivando da Montecitorio per tenere un discorso in Aula Magna.

Reagendo alle osservazioni del Primo Ministro oggi, ha detto ai giornalisti che stava “chiudendo il cerchio”. La chiama sempre Georgie e la ricorda da bambina. “L’assassinio di Borcellino è stato lo slancio decisivo per entrare in politica all’età di 15 anni”, dice. Per tutti il ​​giudice antimafia di Palermo è un simbolo. Altro su di lui. “È dopo il suo sacrificio” che ha scelto la via della guerra. Arrivato in aula dopo la nomina della scorsa settimana, è stato accolto da una foto ingrandita del giudice in mostra a Montecitorio per “farti rabbrividire”. La Russa in realtà usa un’espressione più colorita nel dialetto siciliano. Queste sono coincidenze, dice, “selvagge la sua carne”.

Il secondo “segno” si riferisce a Giovanni Paolo II, che Meloni cita alla fine del suo intervento. “Aveva sempre la sua foto dietro la scrivania, che per lui è un altro riferimento importante, e lo stesso giorno in cui ha prestato giuramento. Non l’ha scelto lui, è successo e basta”, ha ribadito il presidente. . A Montecitorio ammirava particolarmente il candore e «il rispetto con cui andava verso la maggioranza e l’opposizione». “Non ha fatto nulla, ha detto che lo avrebbe fatto”, ha detto La Russa ai giornalisti.

“A patto – riferendosi agli scontri di oggi all’Università La Sapienza – che non subiscano violenze” e spiega di apprezzare particolarmente la dichiarazione dei giovani che manifestano contro il governo “per la libertà”. Ha imparato a combattere in gioventù”. “Ci sono stato”, ammette il presidente. “Certo, tutti noi amiamo la libertà, ma quando si tratta di libertà, quelli della mia parte politica hanno subito discriminazioni e restrizioni alla loro libertà negli anni meno belli della storia italiana. Non puoi andare a scuola. , quando hai un discorso di destra come quello all’università, in parlamento, c’era gente che se ne andava. Così abbiamo imparato per la prima volta questo valore». «Quando mi parlano di libertà – conclude – mi viene da ridere, chi può proteggere più di noi stessi, che dobbiamo lottare per confermare e permettere a tutti, a noi in primis?’

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