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ANCONA – Un libro non basta per descrivere la carriera e la vita di Dante Ferretti. Nato il 26 febbraio 1943 marchigiano o maceratese, Ferretti è uno dei più famosi scenografi dal vivo (3 volte premio Oscar). Monumento Umano, Patrimonio Cinematografico e Teatrale. Ha lavorato con grandi registi da Pier Paolo Pasolini a Federico Fellini passando per Martin Scorsese e Tim Burton.

L’idea di creare un libro su Ferretti è venuta a David Miliozzi, che ha impiegato 5 anni perché l’opera “First to Imagine” vedesse la luce. Il libro edito dalle edizioni Jimenez è stato un successo e lo stesso Miliozzi ne racconta la creazione: “Ho studiato alle dighe di Bologna”, spiega, “e ho vissuto per anni a Roma”. Il genio di Ferretti mi ha accompagnato ovunque andassi. Ho studiato Pasolini e Fellini, e quando ho saputo che era lui l’ideatore di questi mostri sacri, per così dire, ho voluto saperne di più.

Copertina del libro







«Come se non bastasse», continua Miliozzi, «è del mio paese e questo ha accresciuto il mio amore per lui e per il suo lavoro. Ho visto tutti i suoi film – racconta – e ho letto delle sue esperienze a teatro, come fashion designer e nei progetti di Expo Milano Insomma, la carriera di Ferretti non si può riassumere in poche righe.

Ma come è possibile tutto questo? «Beh», risponde Miliozzi, «sapevo che suo nipote, figlio della sorella di Dante, aveva una galleria Ferretti a Maserata». Grazie a lui ho avuto la possibilità di conoscerlo. E poi, l’idea del libro: mi ha colpito il fatto che Dante abbia rischiato di morire quando aveva solo 10 mesi. Infatti «il 3 aprile 1944 una bomba proveniente da un maceratese colpì accidentalmente la sua casa e Dante rimase sepolto sotto le macerie. Dopo molte ore di ricerche lo trovarono. suo.

L’esistenza di Ferretti, “nata sotto il segno della distruzione, ma sconfitta dalla costruzione, perché – sottolinea l’autore – Ferretti è il creatore di mondi fantastici e creativi. Quando l’ho conosciuto gli ho mostrato i primi due capitoli che avevo scritto e poi – diciamocelo, veniamo entrambi da Macerata (risate, versione) e lui ha accettato di parlarne”.

Il primo libro di Imagine, Maserati Tour. A chi non conosce la città interesseranno i tanti aneddoti su Ferretti, a cominciare da quando lui e un amico salirono sulla Torre Civica in piazza della Libertà. La torre che ha ispirato il film premio Oscar Hugo Cabret.

Ferretti fa di tutto per lasciare Macerata: gli viene consigliato di andare a Roma a studiare scenografia. Glielo ha raccontato Umberto Peschi (pittore maseratese). Ma quando ti costringi a fare qualcosa, ottieni l’effetto opposto. Così, non è nemmeno il momento di stabilirsi a Roma quando Ferretti viene inviato ad Ancona, dove vengono girati i primi due film che lo lanciano nella carriera: Prigionieri dell’Isola del Diavolo e Il Gistaziere dei Mari.

Ferretti aveva solo 17 anni nel 1962. I set interni sono stati realizzati in un sito espositivo di pesca nel porto di Ancona, mentre gli esterni sono stati realizzati dal Conero Girato in Riviera.

A sinistra, Dante Ferretti dialoga con Davide Miliozzi (a destra) – Foto di Roberto Nighi

Ma Ferretti ha a cuore le Marche. Il maestro, infatti, studiava al Liceo Artistico di Macerata (ora Istituto d’Arte, ndr), e ogni volta che Miliozzi lo chiamava per dare qualche iniziativa nelle scuole, «era sempre pronto e generoso, pronto a condividere la sua migliore esperienza . . . il giovane. , gli importava molto di lui.”

In una parola, non è stato solo un grande maestro ma anche un grande uomo: “Umile, incredibile e un uomo di intelligenza fulminea. Capacità unica di capire le situazioni, intuito pazzesco, presenza sorprendente. Dante the Man e Ferretti the Professional a volte si sovrappongono. Riescono a svolgere al meglio i loro lavori anche su set che non hanno rilevanza economica, riescono a creare atmosfere uniche a costi contenuti.

“Lascia che ti dica una cosa”, dice Miliozzi. Dopo l’esperienza al fianco di Ferretti, Pasolini non lo ha più lasciato. La stessa cosa è successa con Fellini. Viene da chiedersi cosa vedessero in Ferretti i cineasti. “E’ giusto quando due geni come Pasolini e Fellini incontrano un altro genio della statura di Ferretti. Ferretti ha una meravigliosa immaginazione e una straordinaria capacità di dare forma all’immaginazione. Ha detto di aver trasformato due schizzi e molti schizzi in un film.

Castello Civile di Macerata



Il regista Jimenez, al centro Michaela Carpi

Supponiamo che “i geni lavorino con geni come loro”. Grande professionalità, assoluta serietà nel lavoro, instancabili e affidabili – parole di Miliozzi. In grado di lavorare con budget ampi o limitati. È in grado di adattarsi alle esigenze del set e di fare un ottimo lavoro per qualche soldo.

Si può dire che un libro sia un film. La storia è divisa in due parti, con titoli di coda: “Parte prima Dante racconta a Dante, parte seconda racconta al Maestro”. E poi, come nei migliori film, i titoli”.

Nella prima parte Ferretti parla di sé in prima persona, e nella seconda Miliozzi, insegnante, sceneggiatore e critico d’arte, prende per mano il lettore per accompagnarlo dietro le quinte: “Fellini detto Ferretti. Soprannominato Dandino. Ogni mattina sul set chiedeva cosa stesse sognando, perché Fellini era ossessionato dai sogni e dal mondo onirico, e ad un certo punto Dante cominciò non solo a fare sogni, ma a raccontare la sua infanzia.

Sono molti gli aneddoti su Dante bambino, “come un sarto che si mette sotto un tavolo per guardarsi i piedi, o un tabaccaio che guarda i seni generosi. o esperienze con gli amici nel bordello di vicolo Marefoschi a Macerata”. L’“adolescenza tumultuosa” del passato sullo sfondo delle processioni.

Quindi Miliozzi è bravo anche in politica: «Per me è ridicolo che Maserata non riesca ancora a costruire un percorso turistico o laboratoriale, un museo o una scuola intorno a una personalità così grande».

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