Imparare un’altra lingua è spesso sufficiente a farti male al cervello, quindi potresti essere contento di sapere che l’italiano ha una parola proprio per questo: rompicapo, letteralmente ‘rompicapo’. (Clicca qui per sentirlo pronunciare).

È composto dal verbo rompere (“rompere”) insieme al sostantivo capo (‘testa’), ed è un modo per dire che qualcosa è un vero ‘puzzle’ o ‘enigma’.

Trovare una soluzione a questa faccenda è un bel rompicapo.
Risolvere questa faccenda è un vero rompicapo.

Se stai parlando del tipo di enigma che vuoi davvero fare, rompicapo può significare ‘rompicapo’ – un test o un gioco in cui l’essere difficile è l’unico scopo.

Ma se si tratta di qualcosa di meno gradito, un rompicapo è più simile a ‘un mal di testa’.

Questo lavoro è un vero rompicapo.
Questo lavoro è un vero rompicapo.

Non voglio rompicapi.
Non voglio rompicapi.

Puoi ugualmente applicarlo alla persona che ti provoca un tale dolore al cervello.

Il figlio è diventato per lui un rompicapo.
Suo figlio è diventato per lui un rompicapo.

Si può anche usare la parola grattacapo (letteralmente “grattachecca”, da capo + grattare, ‘grattare, raschiare o macinare’) come sinonimo di ‘fastidio’ o ‘preoccupazione’.

Procura continui grattacapi ai suoi genitori.
Procura sempre preoccupazioni ai suoi genitori.

Ma non confondete un rompicapo con un rompiscatole (letteralmente, ‘rompiscatole’), che è qualcosa – o qualcuno – che ti dà veramente sui nervi. In altre parole, un dolore al collo piuttosto che alla testa.

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