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La Commissione europea, convocata dal Consiglio europeo di febbraio, ha presentato nelle ultime ore un nuovo piano sulla migrazione. Lo ha presentato la commissaria svedese per gli affari interni Ylva Johansson in una conferenza stampa a Strasburgo. Dal progetto sono emerse due questioni principali: da un lato, l’attuazione della regolamentazione attraverso Frontex e, dall’altro, uno stretto coordinamento tra gli Stati membri per le operazioni di ricerca e soccorso nelle aree SAR.
Tuttavia, l’ottimismo non regna certo nel cuore delle istituzioni comunitarie di Strasburgo o di Bruxelles. Il 13 marzo una fonte da Bruxelles ha rivelato all’AdKronos che ci sono profonde divergenze tra gli Stati membri sul prossimo Consiglio d’Europa.
Un nuovo progetto della commissione
E’ già in lavorazione un documento che gli esecutivi Ue vogliono ricostruire la strategia migratoria prima della strage di Cutro. Lo scorso febbraio, infatti, il Consiglio europeo ha incaricato la Commissione di elaborare un nuovo piano basato su tre principi fondamentali: aumentare i rimpatri, rafforzare i controlli e contrastare i trafficanti di esseri umani.
Lotta ai contrabbandieri e controllo delle frontiere. L’UE è un punto di svolta
Nel testo presentato da Johansson, c’è spazio per contenuti principalmente legati alla gestione. In particolare, la Commissione intende utilizzare Frontex per un controllo più permanente delle frontiere marittime e terrestri. “Una maggiore sorveglianza – afferma la commissione in un comunicato – sarà assicurata attraverso l’uso di infrastrutture sofisticate e una sorveglianza efficace come telecamere e droni”.
C’è anche spazio per “un’efficace attuazione di un sistema europeo di sorveglianza delle frontiere (Eurosur) e una solida analisi dei rischi”. Per questo motivo, Frontex svolge un ruolo importante nell’attuazione dei progetti di sorveglianza. Ylva Johansson stessa lo ha ripetuto alla conferenza. “Lacune nella comunicazione e nel coordinamento tra le autorità, ad esempio nei casi Sar – in questo caso riferendosi a quanto accaduto negli ultimi giorni in Calabria, si legge nelle sue dichiarazioni – possono portare a conseguenze molto tragiche che dobbiamo evitare”. importante. Per implementare la sua applicazione di gestione. Entro i prossimi 6 mesi, Frontex definirà una nuova strategia tecnica e operativa.
Poi c’è un capitolo sul coordinamento degli sforzi correttivi. “La necessità di un coordinamento tra gli Stati di bandiera e gli Stati costieri per rispondere alle esigenze di SAR, di ricerca e soccorso, nonché la necessità di uno scambio tempestivo e dello sviluppo di migliori pratiche ricche di informazioni, sta emergendo come una priorità”.
Pertanto, un maggiore scambio di informazioni non solo tra Stati membri ma anche tra Stati di bandiera e Stati costieri. E qui il riferimento può essere anche alle ONG. Negli ultimi mesi, infatti, i diritti degli Stati di bandiera a essere responsabili delle navi umanitarie hanno portato a intensi conflitti politici in Europa. Al momento dello sbarco dell’Ocean Viking in novembre, la guerra tra Italia e Francia non si era del tutto ripresa.
Differenze tra i 27 paesi dell’UE
Il progetto sarà ora portato all’attenzione del Consiglio europeo. E forse qui compaiono le note più dolenti. In effetti, c’è disaccordo tra i paesi dell’UE su come organizzare le operazioni SAR. “Non c’è consenso tra i leader Ue al Consiglio d’Europa sulle operazioni di ricerca e soccorso in mare”, ha detto ieri una fonte europea interrogata dall’AdKronos.
UE per i programmi di aiuto e le ONG ‘Breaking the’: un altro duro colpo per l’Italia
Non solo, quando si parla di ONG ci sono lacune anche in 27. Alcuni Paesi, come Francia e Germania, premono per il riconoscimento del loro ruolo nel Mediterraneo centrale. Altri, come l’Italia, insistono sul fatto che la presenza delle navi è un fattore attrattivo per i contrabbandieri.
C’è il rischio di altra fumata nera quando il consiglio si riunirà alla fine del mese. A meno che la commissione non presenti un nuovo piano entro dieci giorni si aprirà un negoziato tra i governi che potrà superare le varie divergenze.
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