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Discesa lenta. Il Piemonte è primo nella classifica 2017 del Ministero della Salute per i Lee (livelli di assistenza di base, ovvero le prestazioni e le prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale deve erogare a tutti i cittadini), ora sceso al settimo posto. Il dato è recente e valuta la performance di tutte le regioni italiane nel 2021, secondo l’ultimo monitoraggio. Al primo e al secondo posto Emilia Romagna e Toscana con 281,19 e 274,46 punti, somma dei punti delle tre microregioni osservate: prevenzione, distretto e ospedali. Seguono poi le province autonome di Trento, Lombardia, Veneto e Marche. Il Piemonte ha 251,88 punti. Ha sempre avuto una posizione stabile nelle prime dieci regioni d’Italia, ma è in calo. Non per un significativo peggioramento della propria performance, ma per la capacità di altre regioni, in particolare della Lombardia, di migliorare nettamente alcuni indicatori macroeconomici. Rispetto al 2020 la nostra regione sta progredendo negli ambiti della prevenzione e degli ospedali, la valutazione in regione è diminuita di oltre sette punti, cioè i servizi della regione (medicina regionale e ambulatoriale), restano per noi un punto dolente . Sistema sanitario.
A partire dal 2020, il sistema di monitoraggio del Ministero è stato aggiornato con un pacchetto di 22 indicatori designati come “di base”: quindi, è difficile confrontare i punteggi degli anni precedenti quando il Piemonte era al vertice della classifica. Nel 2020, invece, il Piemonte si è piazzato al quarto posto e si è posizionato sopra il 91° della regione, scendendo a 84° nell’ultimo rapporto del 2021. Migliora, invece, il settore della prevenzione e dell’ospedale con un saldo positivo di 9,62 punti. Lombardi però aumenta di 30 punti.
Tra gli indicatori vengono monitorate anche le liste di attesa. In questo caso il Piemonte ottiene il peggior risultato tra tutte le regioni italiane: 66 punti, il punteggio più basso in Italia per il fattore “tariffa dei servizi garantiti nei tempi ordinari per la categoria di priorità B”. ” o più breve, richiedendo un appuntamento entro dieci giorni. Tuttavia, considerando che le regioni in fondo alla classifica generale, come la Calabria, ricevono 100 punti, è lecito sospettare che i dati inviati da altre regioni possano non essere corretti. Un numero che conferma la buona ripresa segnalata nell’ultimo rapporto Agenas.
La nostra regione è però la peggiore in Italia per numero di pazienti ricoverati in assistenza domiciliare regolare e integrata. Escludendo le miss dalla Calabria e dalla Sardegna ei numeri funky (1 e 0.2) dalla Valle d’Asta e Bolzano, un 61 quasi adeguato rimane un numero preoccupante. Per una regione che ha sempre avuto in passato un forte accento sul monitoraggio dei centri di eccellenza per diversi tumori, la percentuale di interventi per tumore maligno al seno è molto bassa nei reparti con più di 135 interventi operativi, garanzia di qualità. Il Piemonte non spicca con un punteggio di 62, e ce ne sono altri che fanno anche peggio, scendendo sotto la soglia. Da segnalare anche le criticità relative al numero dei decessi per tumore e al numero totale dei decessi per tumore assistiti dalla rete delle cure palliative. L’adeguatezza è 60 e solo Toscana ed Emilia raggiungono la quota per tutti gli indicatori osservati.
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