“Lavoro intelligente:” l’Italia non riesce a capirci niente “
Il 2020 ha portato molte nuove abitudini, ma l’Italia sembra avere qualche problema con una di queste, lavoro intelligente.
Immagine di Junjira Konsang da Pixabay
Conosciuto anche come “lavoro da casa”, e un evento abbastanza normale in molti Paesi, soprattutto in alcuni settori e tra le giovani generazioni, il lavoro intelligente è qualcosa che agli italiani sembra non piacere.
O così dicono i giornalisti e gli esperti,
Paolo Del Debbio…ospite dello show quotidiano populista d’attualità Diritto e Rovescioper esempio, non è un fan: “La considero una cattiva notizia, sotto tutti i punti di vista”.
Se Del Debbio non riesce a spiegare perché considera il lavoro intelligente un pericolo, Brunello CucinelliIl presidente del Teatro Stabile dell’Umbria esprime più chiaramente il pensiero: “Il lavoro intelligente uccide la creatività. Abbiamo bisogno di avere un rapporto sano con il lavoro, e presto”, spiega.
Molti italiani hanno scoperto il lavoro intelligente durante la pandemia e hanno abbracciato felicemente la libertà e la comodità di “lavorare da casa”, unendosi a milioni di lavoratori che, in tutto il mondo, da tempo stanno facendo un ufficio della loro casa.
Gli italiani, però, sono creature abitudinarie e piuttosto restie al cambiamento: per questo molti non vedono ancora i pro dell’intelligenza lavorare. Se è vero che lavorare da casa non è la scelta migliore per, diciamo, un insegnante, è innegabile che altre categorie – si pensi agli scrittori, ai redattori, ai copywriter, ai traduttori, solo per citarne alcuni – possono operare in modo efficiente sia da casa che in ufficio, senza grandi differenze di produttività, nonostante quanto dicono Del Debbio e Cucinelli.
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Su una cosa, però, Cucinelli ha ragione: lavorare da casa può portarci a non accorgerci quando lavoriamo troppo e rendere molto più difficile separare i nostri spazi professionali da quelli personali: “Non lasciamoci incantare dall’idea di lavorare tutte queste ore, anche di notte, solo perché lavoriamo da casa”, dice.
Quindi, il cambiamento è un bene. Lavorare da casa va bene – almeno per alcuni – ma facciamolo nel modo giusto.