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“Era un lavoratore, un padre perfetto, lavorava lontano per non far mancare nulla alla sua famiglia”. Valeria Nucci La moglie di Stefano Marcoccia, operaio specializzato in edilizia, risanamento ambientale e scavo di grandi pali, è rimasta vedova ieri dopo che un incidente sul lavoro ha ucciso Stefano.
Marcocchia è annegato ieri mattina quando è esplosa una bombola nel cantiere del nodo idraulico di Ivrea a Pavon Canaves. Lascia la moglie Valeria e due figli piccoli di circa tre e cinque anni. Abitava nel Lazio, a Sambaudia. Sono decine i messaggi di amici e conoscenti che lo ricordano. La moglie posta foto dei due insieme: “Amore mio, guardami così, i miei occhi restano su di te… Ora guardo dappertutto, perché il cuore non dà tanto dolore”, scrive accanto a una foto dei due.
In un’altra immagine, Stefano è ripreso davanti al cantiere: “Per quanto ti abbia preso in giro con questa foto, quasi invidio come ti si illuminano gli occhi quando la vedo. Sui social, il profilo Facebook ancora attivo di Stefano è un modo per sentirsi legati per qualche minuto a chi ha perso la vita in un altro incidente sul lavoro, circa 14 persone quest’anno, 20 vittime quest’anno in Piemonte.
Perché suo marito Pavon era a Canaways?
“È il suo lavoro, è spesso lontano da casa, anche se ha perso traguardi importanti, recite, saggi, lo ha fatto per la sua famiglia. Amava il suo lavoro e i suoi figli, è un marito meraviglioso che non vedeva l’ora di tornare oggi per abbracciarci per settimane. Le nostre vite ci hanno ferito. Ora voglio la verità, cosa è successo e perché”.
Suo marito è morto sul lavoro, un evento molto comune in Italia.
“Lascia che i due bambini aspettino che il padre torni a casa. Siamo andati in spiaggia e abbiamo fatto un po’ di shopping. Ma non li rivedremo più.”
Secondo i sindacati, il settore edile ha un tasso di infortuni pericoloso: preoccupato che il lavoro del coniuge possa essere pericoloso?
“Quando lui era lontano da casa avevo sempre paura, non solo al lavoro, ma la strada che ogni volta doveva percorrere, il cantiere, vedevo tutto come un pericolo. E Stefano amava il suo lavoro, credo fosse lo stesso lavoro”.
Pensi che oggi ci sia un problema di sicurezza per i lavoratori?
“Sinceramente non lo so, ancora non so nulla di quello che è successo ieri mattina, aspetto di scoprirlo, di capire. Voglio la verità”
Chi è Stefano?
“Era un uomo meraviglioso, se hai scritto un articolo in sua memoria, immaginalo con un cuore davvero grande, un marito con una M molto grande e un padre che non avrebbe mai lasciato che i suoi figli lo vedessero felice dopo dieci ore di macchina”.
Grande fan di Roman, almeno per il suo profilo social.
“La Roma si è fidata di lui”
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