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Il maresciallo Giancarlo Giulianelli analizza la situazione con i rappresentanti delle associazioni di volontariato operanti nelle carceri marchigiane. “La realtà insostituibile – come la definisce – compensa le molteplici critiche che agiscono disinteressatamente, in molti casi interessando l’intero sistema”.

Nell’incontro hanno discusso di vari problemi che stanno cercando di risolvere. Al fronte, ancora una volta, il problema sanitario è direttamente correlato alla carenza di personale.

Montacutto e Barcaglione hanno problemi a ordinare visite esterne per patologie che richiedono controlli periodici. A monte di questa situazione c’è l’impossibilità di garantire la scorta data la presenza di un numero sufficiente di agenti penitenziari negli istituti. Altra questione è legata all’attività dei genitori, che hanno difficoltà ad entrare in carcere anche dopo un’epidemia straordinaria e quindi non hanno la possibilità di attivare le necessarie segnalazioni per l’esacerbazione di invalidità, patologia, situazioni pensionistiche che vengono attivate in circostanze particolari . .

Anche il Seo (Ufficio Informazione e Orientamento) di Ancona fa fatica, nelle sue possibilità, a soddisfare tutte le esigenze soddisfatte dal volontariato in senso lato.

La National Prison Volunteers’ Conference esamina le telefonate che i detenuti possono fare alle loro famiglie il prima possibile una volta ogni quindici giorni, come attualmente previsto.

Quanto alle attività terapeutiche, sebbene in alcune istituzioni possano vantare un andamento stabile e positivo, in altre sono difficilmente avviabili o inesistenti per mancanza di risorse e spazi insufficienti. In primo piano l’opera di Marino del Trono e di Fermo, dove il garante abitò più volte.

Infine, per quanto riguarda la Fondazione Ascoli Piceno, si tenga conto che per qualche tempo è stata assente una sostanziale proprietà a causa della contestuale gestione che Fermo ha avuto. È certo che il personale docente sarà finalmente nominato a tempo indeterminato.

Complessivamente, attraverso tutti gli interventi, si conferma la necessità di iniziative che migliorino la qualità della vita in carcere e ne sostengano la valenza riabilitativa. “Se vogliamo dare una seconda possibilità al danneggiato e se vogliamo che il suo reinserimento nella società avvenga in modo equilibrato e consapevole, questa è una condizione basilare”, dice il garante.

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