“Ingiustificato e ingiustificabile: un errore”. Il primo ministro inglese, David Cameron, ha definito così la “Domenica di sangue” del 1972 in cui paracadutisti britannici aprirono il fuoco su manifestanti nordirlandesi a Derry, uccidendo 14 persone. Cameron ha parlato alla Camera dei Comuni presentando il rapporto di Lord Saville, incaricato dell’inchiesta dall’allora premier Tony Blair. “Il primo colpo fu sparato dall’Esercito inglese e in nessun caso fu dato adeguato avvertimento. Non solo, nessuno dei feriti era in grado di provocare la minima offesa ai soldati inglesi. Cameron si è definito “patriottico” senza alcuna volontà di fare del male al proprio paese, ma ha definito le conclusioni del rapporto “assolutamente chiare”.
Come rivelato dalla stampa indipendente e da tante ricostruzioni, comprese quelle cinematografiche, il primo colpo fu dunque sparato dall’Esercito inglese. Ci furono alcuni colpi sparati dal lato dei dimostranti ma “questo non giustifica quello che accadde”. I soldati non spararano in risposta ad alcun attacco e molti di loro mentirono sugli avvenimenti. “Non si può difendere l’esercito difendendo l’indifendibile” ha commentato Cameron. Che poi ha sottolineato la necessità di “non rimuovere il passato” anche se ha invitato gli inglesi, e i nordirlandesi, ad andare avanti. In ogni caso Bloody Sunday “fu una catastrofe per l’Irlanda del Nord”.
In attesa del discorso di Cameron, migliaia di persone hanno manifestato a Londonderry. Il leader del Sinn Fein, Gerry Adams, e il premio Nobel per la Pace John Hume hanno preso parte alla marcia terminata dinanzi alla Guidhall, la sede del consiglio comunale dove i parenti gli avvocati delle vittime della strage stanno studiando le conclusioni del rapporto. «Abbiamo aspettato così tanto per questo, e ora finalmente siamo qui, ho il groppo allo stomaco», ha dichiarato alla Bbc Kay Duddy, il cui fratello Jackie fu la prima persona ad essere uccisa dai militari.